I vestiti blu (vero o falso?)

Il brano che segue è tratto da Momenti trascurabili – Volume 3 di Francesco Piccolo (Einaudi editore). Leggi il brano e poi decidi se le affermazioni qui sotto sono vere, false oppure se non è detto (cioè il testo non dà informazioni sufficienti per stabilire se quella affermazione è vera oppure falsa).

La mia amica indossa sempre dei vestiti blu. Ogni volta che c’è una cena, una festa, un compleanno, la prima di uno spettacolo, lei va a comprare un vestito nuovo. E lo compra blu.

La mia amica ha tantissimi vestiti blu, tutti diversi, o almeno diversi secondo lei, perché a uno sguardo superficiale potrebbero apparire tutti uguali. E invece devono senz’altro essere diversi – considerato che ogni volta che c’è una nuova occasione, lei va a comprare un altro vestito, e ne compra uno blu. Quasi sempre va nello stesso negozio in cui evidentemente hanno soltanto vestiti blu, oppure tutti i vestiti blu li danno a lei. Non so cosa pensa la commessa, forse quando le propongono di prendere una linea di vestiti blu, dice sì, so a chi venderli. E comunque la mia amica, anche se va in un altro negozio, oppure se decide di comprarsi un vestito quando è fuori città, compra un vestito blu.

Spesso a queste feste o cene, le donne le dicono: com’è bello questo vestito, ma è nuovo? Lo dicono perché in realtà non riescono a capire se è un vestito vecchio o nuovo, perché questi vestiti blu sono un po’ tutti simili, non sono proprio identici ma si assomigliano. E il fatto che siano tutti quanti blu, non aiuta. Quindi a loro sembra che sia un vestito vecchio, ma potrebbe essere anche un vestito nuovo. Non lo capiscono. E per sicurezza, chiedono.

Alla fine le persone che frequentano la mia amica debbono far finta che tra i vari vestiti blu ci siano delle differenze. E probabilmente queste differenze ci sono: uno è più trasparente, uno ha una spallina più larga, uno ha una scollatura più ampia, un altro ha un’apertura dietro più profonda di qualche centimetro. Ma la differenza tra il mondo e la mia amica è che nel mondo esistono vestiti di vari tessuti, di vari colori e di varie lunghezze; e invece per la mia amica esistono solo vestiti blu con queste minuscole differenze che però a lei non sembrano minuscole, tanto è vero che ogni volta va con molto entusiasmo a comprarsi un altro vestito, torna con un vestito blu e dice: questo è il vestito nuovo per stasera. Ed è fortunato chi è presente quando lo annuncia, perché così può essere sicuro che stavolta il vestito che la mia amica indosserà sarà quello nuovo; altrimenti non si capirebbe; e comunque non importerebbe, perché tanto sono uguali. Da quel momento, quando qualcuno dice com’è bello questo vestito, si può intervenire con sicurezza e dire: è nuovo. Altrimenti si sarebbe indecisi, cauti, e soprattutto si avrebbe un’espressione del viso spaesata, e non si direbbe comunque quello che si vorrebbe dire: ma non è uguale agli altri?

Quindi la mia amica, sulla storia dei suoi vestiti blu, ha finito per creare una specie di cordone di solidarietà in cui tutti dicono delle frasi che direbbero davanti a vestiti rossi, neri, marroni, fantasia, di cotone, lana; dicono: questo ti sta bene, questo è corto, questo è trasparente, questo è lungo, questo ti sfina. I vestiti nuovi e quelli vecchi della mia amica sono identici e però si fa finta che lei viva una vita uguale a quella di tutti gli altri che ogni giorno hanno un abito diverso con un colore diverso.

Infatti la cosa più straordinaria è che mai nessuno ha detto alla mia amica, prima di ora che ne sto scrivendo io, che lei mette sempre e solo vestiti blu. In verità, non ho nemmeno mai sentito due persone dirsi tra loro, in assenza della mia amica, una cosa riferita al fatto che lei abbia solo vestiti blu. E quindi neanche io ho mai fatto l’azzardo di dire: ma non lo vedete che i suoi vestiti sono tutti uguali, sono tutti blu?

Un giorno sono anche entrato in quel negozio dove va sempre, perché ho pensato che fosse specializzato in vestiti blu, e quindi fosse colpa del negozio. E invece c’erano tanti vestiti di tanti colori diversi. Quindi lei va lì, la commessa la vede e dice: ecco un bel vestito perfetto per lei. Ed è blu. Oppure anche la commessa, e lei stessa dentro al negozio, fanno finta che non stia comprando un vestito blu. Oppure la commessa prova a mostrarle un vestito rosso, bianco, fantasia, e la mia amica dice: non so, non mi convince. E poi indica un vestito blu e dice: e quello?

Ora la questione è: bisogna dirle o non dirle che i suoi vestiti sono tutti blu? Perché c’è il forte sospetto che non se ne sia mai resa conto. E io questo sospetto, a dire la verità, ce l’ho anche verso tutti gli altri, visto che nessuno ha mai detto: ma ha tutti i vestiti blu. E ce l’ho anche verso la commessa del negozio: ma non è che anche lei crede di non darle dei vestiti blu? E alla fine il sospetto più grande che mi porto dentro, e che mi inibisce dal chiedere a chiunque questa storia dei vestiti blu della mia amica, è il seguente: ma non è che sono io che vedo tutti i suoi vestiti blu? E invece sono di vari colori, ed è per questo che nessuno le dice niente e per questo lei è così contenta ogni volta che compra un vestito nuovo? E solo io nel mondo, questi vestiti li vedo tutti uguali? Tutti blu?


“Sardus_Italia“